Monday 29 June 2009

Questioni di forum

Credo che il mio post precedente abbia generato una certa confusione, della quale peraltro non capisco la ragione, per cui direi che è il caso di spenderci due righe sopra.

Assolutamente, non è Epica Italy il forum dove si sparla di Simone e degli Epica. Cioè, sarebbe assurdo, se così fosse: su altri forum, i padroni di casa vengono difesi a spada tratta anche se meriterebbero tanti calci nel sedere come la Hartzel, figurati se ci mettiamo a parlar male di Simone, che è la nostra pupilla, senza che ce ne sia nemmeno motivo. Il fatto che non siamo dei venduti come i fan della suddetta Hartzel e manteniamo un minimo di senso critico senza bannare la gente che ha da fare della critica costruttiva o dice cose obiettivamente vere (tipo che il top con le paillettes è orrendo) non significa mica che sputiamo sul piatto dal quale mangiamo. E se c’è gente che esagera o spara fesserie tipo quella delle gambe a prosciutto, ciò non significa che sia il pensiero generale condiviso nel forum.

Ciò detto, la mail a Mark non è stata mandata per chiedere chiarimenti su The Classical Conspiracy, quanto piuttosto per informarlo che certa gente andava in giro a dire che poteva affermare con probabilità pari alla certezza (basandosi sui bootleg) che le linee di Simone sono state ritoccate. Gente che posta su un forum che non è Epica Italy, ma quello di una band che si sta vedendo soffiare la corona dagli Epica e i cui fan sono di natura tale che mi hanno fatto cadere entrambe le cantanti che si sono avvicendate nella line-up quasi alla fine dell’elenco qui a fianco (non faccio nomi, ma credo sia facile, a questo punto, capire chi). Gente che, peraltro, dovrebbe tacere, dato che la loro band ha fatto uscire giusto quest’anno un live EP farlocco che è dichiaratamente assemblato in studio. Come vedi, loro hanno davvero motivi di invidia, noi certo no.
La mail aveva come unico scopo quello informativo, affinché Mark ne prendesse atto ed agisse di conseguenza, se riteneva la cosa dannosa ai fini delle vendite. Posso affermarlo con certezza perché la vicenda l’ho osservata molto da vicino.

Idem dicasi dei confronti con Amanda. Mica siamo noi quelli invidiosi di Simone: se a qualcuno non piace come canta lei, liberissimo di non iscriversi. In linea di massima direi che si sono sempre solo iscritte persone che la amano, e se qualcuno lo ha fatto per insultarla, di certo non è durato a lungo. Cioè, se il “certo forum” fosse stato Epica Italy, di certo non l’avrei tenuto fra i link raccomandati, no?

Spero di aver chiarito questi punti, anche perché c’è un’altra questione riguardante i forum che sarebbe il caso di rendere nota. E qui si ha a che fare con la cara Signora Hartzel, un tempo conosciuta come “Amy Lee”. Ci riallacciamo un secondo al discorso su Tarja: il fatto che mi abbia fatto sognare non toglie che sia una cretina con la testa vuota riempita dal marito. Allo stesso modo, la Hartzel è stata fondamentale nella mia vita, ma ciò non toglie che sia diventata una diva del cavolo alla quale darei tante botte. basti leggere
questo post di EvThreads, di cui riporto la traduzione qui sotto, per rendersi conto della deriva che ha preso. La traduzione è 100% fedele (ho solo riportato in italiano corretto alcune espressioni sgrammaticate tipicamente americane e censurato le parolacce). Direi che si commenta da solo. Ditemi voi se sono cose da farsi.

Ok, da dove inizio?

Come tutti saprete, venerdì scorso è stato reso pubblico che Ben Moody ha formato una nuova band con altri due ex membri degli Evanescence, un nuovo bassista ed una cantante di American Idol incredibilmente talentuosa. Immediatamente, mi sono sentito entusiasta per la notizia, come ogni fan ragionevole degli Evanescence dovrebbe fare, e ho unito le forze con un amico per creare un luogo dove tutti quelli che condividevano il mio entusiasmo potessero riunirsi e festeggiare questa buona notizia. Non ho mai voluto, né mai vorrò, che Thefallenforum.com (ora wearethefallenfans.com) fosse un forum rivale di Evthreads. Lì non si incoraggia la rivalità fra gli Evanescence e i We Are The Fallen ma, casomai, la celebrazione di entrambe le band. Sabato mattina ho fatto il log in su EvThreads per svolgere il mio lavoro giornaliero da moderatore, solo per scoprire che ero stato rimosso. Ma non solo non potevo più moderare... il mio status è stato cambiato in modo che non potessi più nemmeno postare. Non ci ho messo molto a fare due più due, nonostante sperassi che potesse trattarsi della straordinaria coincidenza di una falla del software del forum, ma dopo giorni di silenzio, Sparkart ha confermato ufficialmente che mi era stata tolta la moderazione per via del mio coinvolgimento con wearethefallenfans.com ed il mio supporto ai We Are The Fallen. Il bello è che Sparkart non visita mai i forum, addirittura raramente si occupa di fare qualcosa qui, quindi non c’era nessun modo in cui potesse sapere che avevo creato un nuovo forum e arrivare alla sua conclusione che non ero più adatto a lavorare qui. E a scanso di equivoci, la decisione è arrivata da Amy Lee in persona. Nella sua email, Sparkart ha citato delle potenziali ragioni legali per la mia rimozione, ma non mi ha potuto fare esempi concreti. Francamente, è solo un gran mucchio di m***a, ciò che mi è stato fatto per il capriccio di una donna che è un’ingrata insicura e gelosa come l’inferno.
Oh sì, ci sono arrivato. Ciò che è successo è una vera stron***a. In sostanza, ciò che stanno dicendo è che tutti ai moderatori di EvThreads è proibito di occuparsi della community dei fan dei We Are The Fallen. Che burla!! Che grande, fo***ta burla. Ho letto e riletto il contratto che ho firmato, e non c’è assolutamente nessuna clausola che afferma che non è permesso moderare forum di altre band. Quale c***o è il problema?


In tutti questi anni, ho sostenuto gli Evanescence comprando il loro merchandise, richiedendoli sulle stazioni radio, votandoli nelle classifiche musicali, spendendo centinaia di dollari per i biglietti dei concerti, disegnando il layout di EvThreads (che Sparkart non ha ancora avuto modo di installare), moderandole il forum ed inaugurando una fan base in Australia. E, soprattutto, ho trascorso mesi ad organizzare e modificare i video musicali di EvThreads. Questi video offrono promozione alla sua musica e danno ai suoi fan qualcosa per cui entusiasmarsi mentre stiamo seduti sulle nostre chiappe ad aspettare che lei si scomodi di nuovo a benedirci con la sua musica. Questo è il ringraziamento che ottengo? Essere cacciato a calci fuori dalla porta perché offro un simile sostegno ad una band che ha che ha messo in chiaro che non le vuole male, ma vuole semplicemente coesistere pacificamente (ma dato che ad Amy non piacciono, è poco probabile che ciò accada). Mi dispiace, ma lo trovo inaccettabile.

In tutti questi anni non mi sono lasciato coinvolgere nemmeno una volta dai molti drammi degli Ev o di Amy. Ho sempre tenuto la bocca chiusa e fatto tutto ciò che ho potuto come moderatore per evitarli. Vi chiedo di mettervi nei miei panni. Come avreste reagito se ciò fosse successo a voi?
So cosa alcuni di voi diranno ora, ma credetemi quando dico che ciò che pensate di sapere e la realtà sono due storie MOLTO diverse. Sarà solo questione di tempo prima che lei decida che non ha più bisogno di questa community né di voi, quindi, vi prego, state in guardia. So cosa pensate: “Lei è un essere umano, tutti noi facciamo errori”. Prego? Ho perso del tutto il conto di tutte le volte che questa donna ha fatto qualcosa che ha davvero fatto incazzare i suoi fan. Questa volta, è andata un po’ troppo oltre. È arrivato il momento di sorgere e splendere, e vedere che Amy non è la “goddes of imaginary light” gentile e amorevole che tutti credete. Mi dispiace, Hartzel, ma “you can’t play the victim this time”.

Buona fortuna al resto dei moderatori (a cui voglio davvero bene e che rispetto). Ne avrete bisogno, visto come lei sta lavorando su del nuovo materiale per il prossimo anno. Di sicuro ci troveremo di nuovo un **** sacco di drammi in mezzo ai piedi, non c’è dubbio. Chiedo ai membri di non dare retta a certi rumors che sono usciti fuori di recente. Qui si tiene a questa comunità molto più di quanto possiate immaginare, come anche io facevo prima che mi facessero oltrepassare il limite.

Nonostante ciò che un certo “lupo” ha detto, voglio bene a tutti voi e questo posto mi mancherà davvero.

Dan.

Sunday 28 June 2009

Gods of Metal – 27 giugno

Non ho più voce. Non riesco a muovere il collo. Mi fischia l’orecchio sinistro. Ho preso tanto di quel sole che ora ho gli avambracci, le guance e il naso rossi e spellati. E ho speso un sacco. Ma non me ne importa nulla. In primo luogo perché la voce tornerà, il collo si sbroglierà, l’orecchio si darà una calmata e ho già appurato per scendere a pranzo che il correttore nasconde il rossore in viso senza lasciarne traccia. E perché i soldi sono fatti per essere spesi. E anche senza questi due punti, gli Epica al Gods of Metal ne sono valsi la pena senza ombra di dubbio.

La mia due giorno fuori casa si è conclusa ieri notte dopo le undici, quando finalmente mi sono sdraiato nel mio letto. Due giorni perché, sebbene non me ne fregasse nulla di vedere Tarja-solista e quindi sia andato solo alla prima giornata del GoM, per evitare di dover prendere un treno alle tre del mattino, sono partito per Bologna il giorno prima, in modo da passare il pomeriggio e la notte ospitato da Luisa e partire con un po’ più di calma (alle cinque e mezza) il mattino dopo.
Angel Sanctuary: Rosiel
Bologna è sempre un po’ il mio amore, e nemmeno stavolta mi ha tradito: ho comprato Storm dei Theatre of Tragedy e Black Light District dei The Gathering ad un prezzo irrisorio, e al mercatino la gentile proprietaria di una bancarella di borchiame vario mi ha fatto su misura il collarino alla Rosiel di cui sopra che volevo da tanto tempo per cinque euro (altro che i 64 del sexy shop!). La serata l’abbiamo trascorsa a casa di alcuni amici di Luisa, mangiando cibo messicano (noi in onore di Marcela e Diana Bovio degli Stream of Passion, ovviamente) e isolandoci di tanto in tanto a parlare di musica. Ciò dimostra inconfutabilmente che quando due fan di female fronted si trovano in una compagnia è naturale che si isolino dal resto, per cui direi che io e Gin possiamo smettere di avere i sensi di colpa per quella volta a Port’Ercole. Nella fattispecie, oltre a sputare veleno sulla Signora Hartzel, abbiamo anche avuto modo di commentare l’ultima uscita di testa di quel folle di Morten Veland, ovvero i Mortemia (nome un po’ più autoreferenziale, già che c’era?), che sarebbe la sua nuova band con la quale vorrebbe “riprendere lo stile di Beyond The Veil”. Io li considero ancora uno scherzo, ad essere sincero.

Ad ogni modo, il giorno dopo siamo partiti alle 5:30, abbiamo dormicchiato in treno (beh, io ho più ascoltato musica che altro), cambiato a Milano e, arrivati a Monza, abbiamo perso un sacco di tempo per trovare il benedetto stadio, con me che speravo di non avere “la solita fortuna” ed incontrare una certa persona che conosco in quel posto. Dopo aver trovato uno straccio di autobus ed esserci persi per i viottoli della periferia di quella città (che, essendo così brutta ora, immagino fosse insostenibile ai tempi della povera Monaca: ci credo che era così intrattabile, essendo costretta in un convento in una città del genere!), siamo finalmente arrivati allo stadio. Lì abbiamo atteso che i cancelli si aprissero con “solo” un’ora di ritardo e, sbrigate le faccende igieniche prima che i bagni diventassero impresentabili, ci siamo fiondati ai palchi. Appurato qual era il palco degli Epica, abbiamo raggiunto altre ragazze del fanclub italiano che erano già in prima fila e ci siamo attaccati alle transenne. Cosa che non è stata nemmeno troppo difficile, dato che si alternavano esibizioni su un palco e l’altro e quindi buona parte del pubblico andava e veniva: perfino Fra, che è arrivato quasi al soundcheck degli Epica, è riuscito a mettersi in seconda fila dopo di noi.

Fino a quando non sono arrivato lì non avevo idea della scaletta del festival, eccetto che gli Epica sarebbero stati terzi. Molti mi invidieranno per aver avuto la prima fila alle esibizioni degli Extrema e dei Voivod, ma non conoscendoli nemmeno di nome, a me è importato molto relativamente. Sull’altro palco si sono invece esibiti una band di cui non so nemmeno il nome (primi in assoluto), poi Lauren Harris fra gli Extrema e i Voivod e, subito prima degli Epica, un gruppo glam chiamato Backyard Babies. Se già mi chiedevo per quale assurdo motivo avessero invitato la Turunen col suo album nel metal ce l’avevano a mala pena impanato al GoM, la Harris l’ho trovata decisamente fuori luogo. A questo punto, meglio davvero l’orchestrina preregistrata di Tarja (e, come mi ha fatto notare Marco, il suo violoncellista dal vivo, mica vogliamo toglierle lustro qui!) che non questa raccomandata abbronzata in toppino nero, pantaloni aderenti rossi e infradito (tanto ce l’hanno infilata solo perché il padre è il bassista degli Iron Maiden, se no il GoM se lo sognava). Mah, se non altro ho avuto il tempo di mangiare e ho individuato una candidata da suggerire ai Tristania casomai cacciassero Meri Demurtas: è perfino peggio di lei, così continuano la caduta libera di stile.
Mentre i Backyard Babies si esibivano, noi abbiamo già iniziato a scalpitare, dato che Coen, Arien e Mark ogni tanto si facevano vedere sul palco per sistemare le apparecchiature. Quando poi dall’altro palco è giunto l’annuncio dell’ultima canzone, già abbiamo iniziato a sbracciarci, ed anche a bestemmiare i Babies per l’outro della canzone che non accennava a finire. E poi, è stato il delirio.

La setlist degli Epica è stata:

1. Indigo
2. The Obsessive Devotion
3. Quietus
4. Fools Of Damnation
5. Cry For The Moon
6. Sancta Terra
7. Consign To Oblivion

Sette canzoni, ma quasi tutte belle lunghe. Ci siamo sbracciati, abbiamo headbangato un sacco (in particolare io e Luisa), abbiamo gridato, cantato, fatto i coretti gridando “Epica, Epica”, e tutte le altre cose che si fanno ad un concerto metal. Simone, che indossava gli stessi vestiti di novembre – corpetto in broccato argentato, maglietta nera senza braccia con jabot e pantaloni in leather neri – è stata talmente brava che senza dubbio su certi forum in cui non la possono vedere diranno o che era in playback, o che aveva c’era Amanda Somerville che cantava nel backstage, o che era addirittura Amanda dentro una tuta contenitiva con la parrucca rossa. Teoria, questa, che sarebbe supportata dal fatto che Simone ha dei “coscioni”, se non fosse per il fatto che è una benemerita cavolata e le sue gambe sono normalissime.
Ma non era solo la Simoncina un piacere anche per gli occhi, oltre che per le orecchie (fangirl mode on): Isaac, che è un figo della madonna, non mi ha fatto rimpiangere il mio beniamino Ad, Mark, beh, era Mark, quindi da sbav come sempre, Yves pure, e Coen era più figo di quanto lo ricordassi. Per la cronaca, Coen guardava spesso e volentieri nella nostra direzione (beh, a me sembrava nella mia, in verità), mentre Isaac e Mark ad una certa si sono messi a suonare schiena a schiena in maniera sbavosamente shounen-ai, e lì sono proprio partito, insomma (fangirl mode off). Anche stavolta a fine concerto ho portato a casa un souvenir: nella fattispecie, l’asciugamano di Mark, che ho acchiappato al volo.

Dopo il concerto, io, Luisa e Fra ci siamo defilati in cerca di qualcosa da bere e un po’ di ombra. Siamo saliti sugli spalti, dove ad una bancarella ho comprato delle copie dell’edizione originale di Velvet Darkness They Fear e A Rose For The Dead dei Theatre of Tragedy, mentre ad un’altra ho rubato Musique: rubato perché il proprietario era talmente distratto che io stavo lì con la busta dell’altra bancarella e il cd in mano, ho fatto la battuta a Luisa e lei ha aperto la sua busta come nulla fosse. Insomma, era un invito a nozze! E meno male che non l’ho comprato, perché poi dentro ci ho trovato tutt’altro! Ora ho il digipack, il booklet ma niente CD!

Il viaggio di ritorno si è miracolosamente svolto senza quasi alcun ritardo, così che sono rincasato ad un orario decente e ho avuto modo di fare la stima dei danni: ora sto applicando tanta crema al naso, che inizia già a schiarire un po’. Ma, come accennato sopra, non è un gran problema: il correttore fa miracoli. E comunque, il rossore passerà, il divertimento di questa giornata invece resterà. Le mie paura circa il pogo dei true metallers non si sono avverate (eravamo davanti ma abbastanza defilati da evitarlo durante le due band di Extreme Metal), per cui non ci siamo fatti nemmeno un graffio, e non ci sono stati i coretti beceri e volgari all’indirizzo di Simone che temevo, ed il pubblico ha recepito la band con calore, così che il tutto si è svolto senza alcun problema. Mi fa sorridere il fatto che gli Epica, che non sono certo una band antica, siano stati invitati mentre certe altre band più gonfiate e blasonate non ci siano ancora passate nemmeno per sbaglio (beh, di certo meritavano più di uno dei loro membri in versione solista, ma questi sono dettagli), così che chi ha da rosicare può tranquillamente continuare a fare: ora lo scettro del Symphonic Metal lo abbiamo noi. Ed un motivo ci sarà, per questo.

Thursday 25 June 2009

Buone nuove e avvertenze da leggere

Sì, oggi posso dirlo: sono davvero soddisfatto di me stesso. Perché passare quattro moduli di ECDL con preparazione zero (avevo letto si e no metà del modulo uno) non è una cosa da tutti. E così, cinque crediti sono stati messi in tasca, per un totale di diciotto. Il che è ottimo, mi fa sentire decisamente risollevato. Certo, fra me e la casa dello studente si ergono ancora i tre esami-scoglio, ma diavolo, almeno uno lo devo passare!

Per festeggiare la riuscita dell’impresa, ho ordinato i celeberrimi
Anfibi Demonia Riot-12 dal sito di Lullaby Dream, scontati da 144 a 138,80 euro tasse e spedizione comprese, ed ora attendo che arrivino. Ho notato che in quanto a calzature ha delle proposte davvero notevoli sia per uomo che per donna. Ammetto che la maggior parte dei prezzi sono spropositati, ma rifarsi gli occhi non costa nulla (tranne nel mio caso, che appena li ho visti ho deciso che sarebbero stati miei, prima o poi).

Naturalmente, c’è chi tenta a tutti i costi di guastarmi la giornata, ma stasera non ho proprio voglia di cascarci. Faccio notare pubblicamente che le avvertenze non sono lì per bellezza, per cui davvero se gli anonimi non si presentano e non mi vanno a genio io prendo e cancello i loro commenti. Naturalmente, essere preso per deficiente non rientra fra le cose di mio gradimento, ed ecco che ho fatto sparire un paio di commenti inutili, così come alcune notes di deviantART si son perse fra le varie che ricevo e sono state cancellate “per sbaglio” senza nemmeno essere state lette ed un certo contatto su MSN è stato bloccato e tolto dall’elenco. Perché io le persone delle quali non mi importa una mazza le tratto come mi pare, e se a loro non sta bene la porta sanno dov’è, non sono certo io a trattenerle. Ciò non significa ovviamente che io accetti di farmi prendere da loro per i fondelli: essendo non solo superflue, ma addirittura fastidiose per la mia quotidianità, non mi faccio scrupoli a estrometterle del tutto. Punto.
E con questo, considero la vicenda conclusa.


Ciò detto, torno al mio ottimo umore e attendo con ansia la Simoncina, i Riot-12, Angel Sanctuary 10 che esce il 9 luglio per celebrare la fine (si spera decorosa) dei miei esami, e mi intrattengo chattando tranquillamente su MSN con le persone a cui tengo tenendo da parte quelle che mi infastidiscono e le loro manie ossessive. Non male, come programma, ve’?

Wednesday 24 June 2009

Provenance Of Hate

Do spectate your inferiority:
What use are you to me?
And your presence is passing me by
All the time.
It’s infesting me and I eliminate it
By offering to the wind.

Premesso che né il titolo, né le lyrics della canzone delle Octavia Sperati che ho citato sono stati messe casualmente, forse sarebbe il caso che chiarissi una volta per tutte ciò che io intendo per “trivialità” e “dettagli insignificanti” delle vite altrui: annunci solenni di cose insignificanti tipo che qualcuno non ci sarà in tal data per questo o quel motivo. Sono cose che non solo non mi interessano, ma mi irritano pure. Di grazia, cosa dovrebbe fregarmene? Cosa? Davvero certa gente pensa di avere sulla mia vita un’incidenza tale da mandarmi nel panico se non si fa viva per un giorno? Non capisco proprio da dove venga tutta questa presunzione da parte di gente che conta meno di niente. Che seccatura. Che enorme, inenarrabile seccatura.

Ciò detto, il secondo round degli esami si è concluso. Ho passato il temutissimo esame di Inglese Passiva tenuto da quella vera e propria Istituzione della traduzione italiana che è Federica Scarpa, e pure con un ottimo voto, considerando il soggetto, ovvero 27. E mi sono rimasti i tre esami che sin dall’inizio avevo identificato come le piaghe della mia esistenza: Lingua Italiana, Inglese Attiva e Neerlandese Attiva. Dopo di che, si riparlerà in autunno di Tedesco, dopo la mia vacanza studio in Terra Germanica che, si spera, mi metterà in condizioni di capire almeno un testo, cosa della quale le varie prof non si sono preoccupate con noi principianti. Oh well. Il lato positivo è che con la conclusione del modulo delle Discipline Linguistiche, altri cinque crediti mi sono stati riconosciuti. Spero di passare almeno uno dei tre esami-scoglio, in modo da poter sbloccare dieci o otto crediti tutti insieme e sistemarmi per la casa dello studente.


Nel frattempo, mi consolo con due cose: in primo luogo, sabato andrò a Monza per vedere gli Epica al Gods of Metal. L’idea di stare sotto il sole cocente dell’una del pomeriggio mi terrorizza, ma per la Simoncina e compagni questo e altro. In secondo luogo, sono totalmente a corto di idee per il racconto, ma almeno non fremo per continuare a scrivere senza averne il tempo e la possibilità. Spero che la fine delle incombenze universitarie mi permetta di riprendere la scrittura, dato che sono a tre, massimo quattro capitoli dalla conclusione.

Monday 22 June 2009

Omg! Omg! OMG!!!

La confessione che sto per fare è una cosa della quale mi vergogno profondamente: spero che confessare mi aiuti a ridurre il terribile peso che grava sulla mia anima. A mia discolpa, posso dire di aver fatto quanto mi accingo a svelare sotto costrizione, perché altrimenti mai, mai, mai mi sarei sottoposto ad una cosa del genere. Ebbene, signore e signori, oggi, ventidue giugno duemilanove, ho letto per la prima volta Moccia.

Come ho avuto modo di accennare sopra, non l’ho fatto di mia sponte, ma costretto dall’incombente esame di Lingua Italiana di domani pomeriggio. Sì, mi rendo conto che suona tanto come una scusa, anche perché c’è una domanda che sorge spontanea: cosa c’entra Moccia con la lingua italiana? La risposta è: nulla. Tuttavia, il professore l’ha ritenuto un esempio del flone linguistico-letterario che definisce “postmoderno”, infarcito di espressione substandard e con regole sintattico-grammaticali molto approssimative, e l’ha così inserito in tesina (non che lui lo apprezzi, beninteso). Di conseguenza, se voglio sperare di passare l’esame di domani ho dovuto subire le diciannove righe di estratto presenti sulla dispensa.

Da notare una curiosità: appena ho finito la lettura, tempo venti secondi e ha iniziato a sangumi il naso. Che le due cose siano collegate? Non sarebbe sorprendente, dato che è proprio dalle narici che gli antichi Egizi estraevano il cervello dei soggetti da mummificare. Ergo, probabilmente dopo l’amena lettura mi stava sanguinando il cervello. (Il che, credo, conferma che le lettrici di Moccia, alle quali ciò non capita, ne sono prive).

Detto molto schiettamente: se proprio voleva mettere un esponente postmoderno, avrebbe potuto optare benissimo per Melissa P. (da lui menzionata durante il corso come “quella lì che si pettina prima di coricarsi”), che almeno qualche accenno di italiano lo mette, e di tanto in tanto scrive anche cose che non fanno annoiare. Ma Moccia… Moccia… Moccia! È allucinante la disinvoltura con cui accosta espressioni colloquiali, similitudini banali, culturemi propri di una sottocultura di livelli infimi ed espressioni ridondanti con pretesa di ricercatezza e dignità letteraria che non riescono a risultare più che artificiose. Insomma, erano solo diciannove righe, ma di un grottesco insostenibile.

Domani, quando andrò a fare l’esame, mi assicurerò di essere munito di fazzoletti (o mi farò prestare un tampone da qualcuna delle mie compagne), perché, dato che quella roba la devo tenere dentro la testa fino a quando avrò finito l’esame, è possibile che il mio cervello sanguini di nuovo. Naturalmente, finito l’esame mi premurerò di rimuovere totalmente l’obbrobrio dal mio cervello. Un motivo in più per passarlo domani stesso.

Solstizio

The Bitter End - Placebo
Since we’re feeling so anesthetised
In our comfort zone,
Reminds me of the second time
That I followed you home.
We’re running out of alibi
On the 21st of June.
Reminds me of the winter time
On this summer day.

See you at the bitter end,
See you at the bitter end.


C’è qualcosa di positivo da trarre da ogni cosa. Ad esempio, il fatto che oggi sia stata la giornata con più ore di luce di tutto l’anno, cosa che di per se ha il potere di irritarmi, significa che da domani il giorno inizierà a diminuire e la notte si allungherà, progressivamente, sempre di più. Il culmine di una brutta situazione, per quanto doloroso, significa sempre che le cose possono soltanto migliorare.

Ormai mancano solo tre mesi all’equinozio di Autunno, quando finalmente i giorni diverranno più corti delle notti ed il caldo darà tregua. Tornerà il freddo, nel quale mi sentirò a mio agio. Freddo fuori come lo sono dentro. Sentimenti distribuiti con somma parsimonia e solo a chi li merita strettamente. Indifferenza totale, al massimo cameratismo, con chi invece non è indispensabile ai fini della mia vita. Non mi stancherò mai di lasciare pezzi di cadaveri mentre macino distanza lungo il mio percorso, perché è l’unico modo per poter camminare in tutta leggerezza senza peso inutile.

Per concludere, mi sto rendendo conto di come le promesse che si fanno in preda a fortissimi sentimenti e con grandissima determinazione, anche se poi le si rinnega e si fa di tutto per seppellirle, tornano sempre a galla. E non c’è alcuna necessità di sforzarsi a mantenerle: si mantengono da sole. Per quanto bianchetto, colla e carta ci abbia messo sopra, quella scritta ad inchiostro rosso fatta ormai quasi otto anni fa continua ad esistere su una pagina di diario con numero dispari sia di giorno che di mese, un martedì destinato a cambiare le sorti del mondo intero, con lo sgretolamento di un mio mito sotto i miei occhi inermi. Ebbene, le circostanze contingenti hanno fatto sì che io abbia mantenuto la mia promessa. Curioso, no?

Saturday 20 June 2009

Bad day

La giornata è iniziata in maniera a dir poco splendida, ovvero con me che rivoltavo l’intera camera alle sette e un quarto di mattina in cerca del mio portafogli, con dentro chiave magnetica della stanza, tessera mensa, abbonamento autobus, bancomat e soldi e che, indovinate un po’, era nascosto sotto il digipack di Battle For The Sun dei Placebo. Che meraviglia, eh? L’unica consolazione era che sapevo che doveva per forza essere nella stanza, o non sarei entrato la sera prima, altrimenti al posto di un accesso di rabbia mi sarebbe venuta una crisi isterica di disperazione e panico.

Ma non solo: arrivato in facoltà, mi sono accorto che l’esame di Attiva Inglese non era fattibile, così mi sono dignitosamente arreso. Ciò dopo che ieri, per ironia della sorte, mi ero sorbito le lamentele di quelli del terzo anno che in uno dei loro esami di Inglese si erano ritrovati la domanda “spiega la dinamica delle eclissi di luna”. Magari una cosa del genere fosse capitata a me (anche se mi sfugge l’utilità di studiare il Sistema Solare a Scuola Interpreti: cos’è, devo essere preparato a fare da interprete per la delegazione di alieni che verrà a visitarci nel 2012?). Ad ogni modo, sono salito al quinto piano, ho aspettato che le professoresse di Neerlandese iniziassero a ricevere quelli che avevano fatto l’esame di Attiva il giorno prima e voilà, ho scoperto di non essere passato. Naturalmente, alla mia autostima non ha giovato il pensiero che comunque per cannare due esami in due giorni di abilità ce ne vuole eccome. Probabilmente perché non è il tipo di abilità che serve a me, e perché ciò significa che continuerò ad avere otto miserrimi crediti sul libretto fino a che non spunteranno i risultati delle altre materie, tipo Etnolinguistica. Speriamo che qualche feticcio dei nostri Amici Bawlé mi porti fortuna almeno in quello, altrimenti per il prossimo appello sono punto e accapo.

Ovviamente, la graziosa serie di eventi non si è conclusa lì: vado in copisteria per stampare le dispense di Lingua Italiana, altro esame temutissimo perché il professore è famoso per segare gli studenti come fossero rami di siepe nel periodo della potatura, e lì scopro che la mia tessera-abbonamento non è più valida e che devo esibire un documento d’identità e compilare un modulo per non buttare al vento tutte le fotocopie che ancora mi rimanevano da fare. Documento che ovviamente stava nello zaino. Il quale era stato gettato sul letto una volta che ero passato a casa per scaricare le dispense dal pc sulla chiavetta. Ergo, mi sono toccate due ulteriori camminate sotto il sole estivo delle dieci di mattina del diciannove giugno, che è solo due giorni prima del Solstizio d’Estate, per sbrigare anche questa. I miei melanociti erano felici come pasque, io ovviamente un po’ meno.

E subito dopo, ci si era messa la Signora Hartzel ed un’informazione non corretta a farmi correre per tutta la stanza gridando “OMG!”. Lei, in particolare, ha il potere di guastare il mio umore con precisione quasi chirurgica. Mah, almeno Ben, Rocky e John l’hanno guastato pure a lei e al maritino. Comunque, su questa parte vorrei tornarci con calma domani.




Ora però basta. Sono stufo di martoriarmi il cervello. Mi preparerò per quel dannato esame d’Italiano e spaccherò l’ufficio del professore con la mia performance. Dopo di che, alla prima occasione utile andrò in banca, caricherò la prepagata e sperpererò 140 euro per compare gli anfibi di cui sotto: i miei sono letteralmente logori, e ho un’assoluta necessità di gratificazione. E nulla sa gratificare come un acquisto bello e utile. ‘Cause I live in a material world and I’m a material boy. And boots are a Goth’s best friends.

Demonia Riot-12
Ps: a proposito di look, annuncio ufficialmente che ho iniziato a portare il pizzetto. Materiale visivo che confermi la notizia sarà reso disponibile al più presto.

Piccola aggiunta: come era ovvio aspettarsi, le più rosee previsioni del post di cui sotto si sono avverate. Per mantenere il decoro del Teatro ho cancellato le prove. Comunque, sono felice che manchino solo 59 minuti alla fine di oggi, davvero.

Thursday 18 June 2009

Casi umani: il ritorno

CouCou! - Chi sarà mai?
Diciamocelo: i casi umani il concetto di “indesiderato” non lo recepiscono nemmeno se ci vanno a sbattere contro. Dovessero inciamparci sopra mentre camminano per strada, al più penserebbero che si è loro momentaneamente accorciata una gamba e per questo hanno zoppicato per un passo. E non c’è modo di far loro capire che aria tira: se lo si fa in maniera vaga fanno semplicemente finta di nulla, mentre se si dicono loro le cose come stanno alla meglio fanno atto di pentimento e si danno una calmata per qualche tempo, salvo tornare alla carica tempo pochi giorni; alla peggio fanno una scenata seduta stante. Naturalmente, non sono loro che compiono errori, come potrebbero? In questo modo, non hanno mai da che imparare.

Ma non solo: per quanto ti sforzi di far finta che non esistono, loro non ti permettono di dimenticarti della loro esistenza. È appena passata una giornata, stai per andare a letto felice pensando “Oh, a proposito, il Caso Umano #00tot non si è fatto sentire per tutto il giorno, che meraviglia”, quando toh, spuntano fuori stile uccellino del cucù all’ora prestabilita (e questa la capirà solo la persona a cui ho fatto il disegnino di cui sopra) per raccontarti delle loro vite che per te sono assolutamente, totalmente, completamente, utterly triviali, prive d’interesse, worthless, per rimbambirti con le loro meschine faccende quotidiane delle quali non potrebbe fregarti di meno, per cercare di risvegliare la tua umana pietà che in verità è long since dead raccontandoti delle loro sventure che più che portarti rammarico perché non sono andate a buon fine levandoteli di mezzo non fanno, e tu stai lì, a chiederti perché mai ti sei preso la briga anche solo di pensare che ce l’avevi fatta per quella giornata e ti sei portato sfortuna da solo. E l’unica conclusione che puoi trarre è: morta una Luana se ne fa un’altra.

Certo, è crudele e qualunquistico fare di tutta l’erba un fascio: esistono anche casi umani che un minimo di buon senso ce l’hanno ancora e, fatta la loro magra figura con i loro pessimi tentativi di abbordaggio che tentano di spacciarti per corteggiamento, visto che è palese che non sono ciò che dicono di essere e che la maschera dell’intellettuale affetto da ennui è ormai inflazionata e il loro atteggiamento-cliché da eterno disprezzo del mondo non produce effetto, preferiscono sparire nel nulla in un atto di profonda salvaguardia di ciò che resta della loro dignità, smettendo di ammorbarti con la loro presenza inutile. Ma purtroppo, questi sono sassolini rari, calcare in un mondo di arenaria (naturalmente non mi sogno nemmeno di usare metafore con pietre preziose o semi-tali), e la verità è che la maggior parte dei casi umani devi spingerlo al suicidio per liberartene. O aspettare due anni e passa come nel caso di Luana.

Una cosa è certa: anche questo post finirà prontamente ignorato da chi di dovere. O, tutt’al più, mi ritroverò un commento-gnorri come è accaduto nel post di Dementia: il riferimento era palese, eppure si è bellamente fatto finta di non coglierlo, mettendo uno dei commenti che ho chiaramente definito moderabili nelle avvertenze (che raccomando sempre di leggere a tutti, ivi compresi gli utenti anonimi, grazie) facendomi scuotere il capo con desolazione. E anche stavolta, mi ritroverò a chiedermi perché, perché, perché, che ho fatto di male.

Wednesday 17 June 2009

Lucifero docet

Angel Sanctuary: Lucifero
Come ci insegna quella bellissima creatura che è Lucifero, i Peccati più gravi sono sempre quelli di Superbia.
L’università, ovviamente, non fa eccezione. E così, la presunzione di riuscire a dare quasi tutti gli esami al primo appello mi espone al rischio di doverne dare addirittura tre al terzo. Perché diciamolo, se avessi deciso di dare assieme Linguistica Generale ed Etnolinguistica ma più in là Neerlandese attiva, ora n
on solo avrei già il modulo delle Discipline Linguistiche con i suoi cinque crediti concluso e segnato sul libretto, ma non avrei dovuto rimandare Etnolinguistica ad oggi e, conseguentemente, avrei potuto concentrarmi su Neerlandese e Inglese attiva, che è un altro mostro orrendo. Ed invece, mettendo troppa carne al fuoco ho dovuto cancellarmi dall’elenco di Etnolinguistica per darla questo pomeriggio, ritirarmi da Neerlandese perché la preparazione non mi consentiva nemmeno di prendere 10 (in trentesimi), ed ora eccomi qui, con una preparazione molto all’acqua di rose in Neerlandese e inesistente in Inglese, pronto (?) a dare gli esami rispettivamente domani e dopodomani. Lo so, si chiama follia. O masochismo. O manie suicide. O tutte tre le cose assieme.

In tutto ciò, dovrei spararmi ma ancora non ho comprato il biglietto per il Gods of Metal. Domani, dopo aver finito l’esame di Neerlandese, volerò dritto al punto TicketOne e, sperando che ne siano rimasti, rimedierò a questa mancanza. In itinere, vedrò se la fumetteria ha qualche novità da propormi (anche se non ci giurerei, essendo la Planet Manga di una lentezza disumana). A mia discolpa, però, posso dire che quando ho saputo le date degli esami e conseguentemente appurato che per la data in questione ero libero come l’aria, sono partiti i preappelli, e quindi non avevo proprio il tempo per uscire a prendere i maledetti. E la cosa che mi fa inferocire di più è che nonostante sia un mese e più che sto dando ininterrottamente esami, ancora ho solo otto dannati crediti sul libretto, perché quell’emerita testa vuota che è Nostra Signora Maristella, alias la Beata Ignoranza, ha avuto la geniale idea di accorpare gli esami in moduli e far sì che se non concludo l’intero modulo, i crediti li vedo con i binocoli. In concreto: ho fatto in totale quattro esami di Inglese e cinque di Neerlandese, ma finché non passo le rispettive traduzioni attive (alias le piaghe della mia esistenza), il totale di sedici crediti formativi di queste due materie non li posso avere. Con la conseguenza più ovvia: niente-casa-dello-studente. Il che mi fa girare alquanto gli attributi, se penso che virtualmente, considerando tutto il fottio di esami che ho dato pur senza ultimare i moduli, al momento attuale avrei ventinove crediti, mentre per rimanere nella casa dello studente me ne servono venticinque. Grazie, Maristella, grazie davvero. E grazie di cuore a tutti quelli che l’hanno votata. Sì, sto parlando anche con te: se rimango senza tetto, Veronica cara, la colpa sarà anche tua!

Tuesday 16 June 2009

Conclusioni

Me And My Lover by ~lkorian
Stasera, mentre mangiavo una pizza ai carciofini ascoltando musica tranquillamente seduto a mensa ed osservavo due esemplari di sesso maschile di fattezze particolarmente gradevoli, mi si è accesa una lampadina in testa: che me ne faccio di un uomo quando posso ascoltare il Presto di Vivaldi rifatto in versione metal dagli Epica? Questo che è amore, altroché!

Ossessesami

Mi viene da chiedermi se il professore di Etnolinguistica si aspetti che sul foglio d’esame gli sappia riscrivere il primo verso del Padre Nostro in geroglifico.
Ahem...
A parte questo, e tralasciando che in generale mi sfugge l’utilità stessa della materia, l’esame di Letteratura Italiana di oggi - beh ormai ieri - è andato peggio di quanto pensassi, ma comunque dignitosamente: 25. Il che dimostra che fra il liceo e l’università non è cambiato assolutamente niente: col minimo sindacale di studio riesco a mantenere la media dell’otto.
Sia ben chiaro, non mi sto lamentando dei voti: mi rendo perfettamente conto che è il voto che merito perché più di questo non valgo. O meglio, facendo affidamento unicamente alla mia materia grigia e al buon senso, valgo tanto. Ok, sto studiando in preparazione per gli esami, ma non mi sto certo sbattendo più di tanto. Per cui, posso dire di meritare voti su questa linea.

Ora le incognite sono:
• Etnolinguistica: riuscirò a fare un sunto della sfilza infinita di nozioni che sto immagazzinando e scrivere qualcosa sul foglio di carta?
• Neerlandese attiva: sarò in grado di tradurre i testi stavolta? E soprattutto, capiteranno quelli che so?
• Inglese attiva: riuscirò a spiccicare qualche risposta nella parte di cultura generale? Perché c’è da dire che non basta tradurre un testo dall’italiano all’inglese, a quell’esame, ma si deve anche rispondere a domande che coprono tutto lo scibile umano, da chi è il primo ministro dello Swatziland alle canzoni dei Beatles.
• Lingua Italiana: riuscirò a dare i suddetti esami e prepararmi in tempo?

Sono aperte le scommesse. Io, al momento, sono abbastanza scoraggiato. Ok, quattro esami rimasti al secondo appello non è malaccio, ma vorrei finire per tempi decenti.
E ah, a proposito, gradirei un ventilatore.

Saturday 13 June 2009

Open Your Eyes

Tell me what I could have said or done
To hold you back.
All the love I gave was not enough.
Forever I’ll walk alone.

Aah, my body froze
As I saw you fall (falling down).
One single step,
Saw you give your heart to the Earth
Down below.

Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.
Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.

All at once the wind has changed its song
To a wailing cry;
As it seems to call my name I know
Forever I’ll walk alone.

Aah, my body froze
As I saw you fall (falling down).
One single step,
Saw you give your heart to the Earth
Down below.

Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.
Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.

Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.
Open your eyes, open your eyes,
Open your eyes and look at me, I’m alone here.

Aah, my body froze
As I saw you fall (falling down).
One single step,
Saw you give your heart to the Earth
Down below.


[ Stream of Passion ]

Ludwig & Julius
Mi sono innamorato di questa canzone, c’è poco da fare. Forse perché mi è capitata proprio mentre leggevo il Manor di Ulrichs (per il quale ringrazio Gin).

Friday 12 June 2009

Mumble…


Angel Sanctuary: Sakuya & Alexiel
Ora, il discorso è: sono felicemente single, disinnamorato dell’amore, disgustato alla sola idea non dico di mettermi, ma anche solo di flirtare con qualcuno, autosufficiente sia dal punto di vista affettivo che sessuale, salvo che non faccio altro che leggere storie d’amore (che siano libri, manga, novelle, fanfictions, racconti di vita reale) pregando ogni volta nel lieto fine, inventare io stesso trame basate su intrighi amorosi rigorosamente a lieto fine quando faccio le giocate telefoniche con la Bloempje e trovare in automatico (ovvero senza proprio starci a pensare, proprio di mia sponte) significati romantici in tutti i testi di canzone nei quali è possibile. Come non accorgersi che qualcosa non va?

Saturday 6 June 2009

Germania, anche i pinguini gay adottano

Il desiderio d’adozione per le coppie gay non è per nulla estraneo al mondo animale. Una coppia di pinguini, entrambi di sesso maschile, ha adottato un uovo abbandonato che si è ormai schiuso. Z-Punkt e Viel-Punkt, sono diventati delle celebrità nello zoo tedesco che li ospita, quando hanno rifiutato di separarsi o accoppiarsi con femmine. Da bravi genitori premurosi hanno fatto a turno per incubare e prendersi cura dell’uovo abbandonato. “Se ne prendono cura in modo veramente toccante” afferma il veterinario dello zoo Joachin Schone. Il piccolo trovatello ha un mese di vita, non ha ancora un nome e il sesso è sconosciuto.

Da
Repubblica.it.

Friday 5 June 2009

SMS notturni

“Oggi sono andata a comprare cipria e fard e la commessa elogiava la mia carnagione ‘lattea’.”
“Io le avrei chiesto di sposarmi, con un simile complimento.”
“Sapevo che tu ne avresti colto la portata.”
“Invece qui non fanno altro che dirmi che sono ‘troppo’ bianco. Cosa che per me è un complimento, ma non viene espresso come tale.”
“Non capiscono niente. Non sanno apprezzare il fascino etereo del pallore.”
“Esattamente. Peraltro, la pelle pallida sembra sempre vellutata, mentre quella abbronzata appare secca e dura.”
“Già. L’abbronzatura non mi piace proprio. L’ho notato anche quest’anno. Infatti, in abbinamento al mio colorito che in estate si dorerà leggermente di una sfumatura champagne, ho preso un fard rosa luminoso. È bellissimo, è proprio rosa Barbie. Non fucsia, eh!”
“Sei una delle poche a cui sia rimasto del buon gusto. Fra l’altro, mi fanno sorridere quelli che preferiscono che faccia caldissimo piuttosto che un fresco dignitoso per poter andare al mare. In primo luogo perché con gli esami non c’è tempo. E poi perché preferiscono soffrire notti insonni e sudare quando hanno i vestiti, tutto per quelle poche ore sotto il sole a fare i rettili.”
“Sai cos’è? È che il sole che sono abituati a prendere picchia in testa e in loro si vedono gli effetti.”