Tuesday 28 September 2010

In Germania

Riassumiamo brevemente gli ultimi tre giorni.
Non avevo ma volato di notte prima. Vedere un cimitero dall’alto è abbastanza affascinante, si vedono queste lucette deboli e tremule di una malinconia unica. E anche vedere un temporale in lontananza alla propria altezza, con le nuvole che si incendiano e diventano arancioni per mezzo secondo, ha un indiscutibile fascino, specie se nel mentre si ascolta Storm dei Theatre of Tragedy.
Pins And Needles dei The Birthday Massacre invece si è rivelato una colonna sonora perfetta per un viaggio in macchina nel cuore della Germania in piena notte, con l’alternanza di boschi e industrie illuminati dalla luna (e dalle luci artificiali, nel secondo caso). È stato a questo punto che mi sono accorto che, alla fine, il mio lato industrial alla fine non è altro che l’altra faccia della medaglia di quello gotico: anche se di diverso tipo, si tratta pur sempre di decadenza. E così come gli edifici abbandonati e cadenti rivelano l’incuria del luogo, le grandi cattedrali di acciaio e fumo simboleggiano la decadenza della nostra società.

Eva e Andreas, ovvero Mommy e Daddy, gli admin del forum dei Theatre of Tragedy, sono semplicemente fantastici. Stare a casa loro mi diverte non poco, e non solo per il fatto che mi abbiano reso dipendente da Plants vs Zombies, e nemmeno tanto perché mi hanno fatto ascoltare i demo di Storm e Forever is The World dei Theatre of Tragedy: è la sensazione di familiarità che ho con loro che mi rilassa, mi rasserena nonostante il lutto che stiamo per affrontare.
Domani abbiamo il concerto dei Pure Reason Revolution a Colonia; poi Simon, un utente del forum, ci raggiungerà per partire assieme a noi per Stavanger. Nel frattempo ho ordinato il vinile di Forever Is The World dopo aver visto quello di Eva e Andreas (è un capolavoro, a livello grafico, imperdibile per un collezionista come me), oltre ai singoli di Der Tanz Der Schatten e Cassandra miracolosamente trovati su Amazon. Così i ragazzi avranno qualcosa da firmare quando salgo su. Per ora non c’è molto altro da dire, se non che vorrei non dover tornare in Italia. E anche un po’ non dover andare a Stavanger. Ma dato che la mia assenza non impedirà né il concerto, né il conseguente split, è meglio che io ci sia, almeno mi godrò l’ultimo spettacolo. E vedrò Nell: adoro quella ragazza, c’è poco da fare.

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