Monday 13 December 2010

Mi hanno proposto di fare la drag queen

A me di essere alternativo importa davvero molto poco. L’ avrò detto mille volte, ma ribadirlo non fa mai male: l’anticonformismo è la posa più esasperata e squallida del conformismo, questo perché lo stereotipo dell’anticonformista è il più ridicolo di tutti. Sinceramente non trovo il senso di fare millemila rinunce e abbandonare parti di sé lungo la strada solo per distinguersi a tutti i costi dalla massa (senza contare che l’eterno bastian contrario attira l’attenzione solo in virtù del suo essere irritante).
Così, finisco per incarnare alla perfezione più di uno stereotipo, a partire da quello del goth più canonico, continuando con il pseudo-Dandy di stampo wildeiano, il bohémien allergico alle responsabilità, il nerd che passa le serate a leggere libri, manga e anche qualsiasi cosa gli passi per lo schermo del computer, e così via. Davvero, mi rendo conto che non c’è nulla di originale nel vestirsi di nero, mettersi lo smalto nero, la matita nera, gli anfibi neri e i collarini neri, ma se a me donano, perché non dovrei farlo? Dovrei rifiutare una consistente parte di me solo perché è un cliché?

Tuttavia, se c’è uno stereotipo nel quale sono contento di non ricarere, è quello del frocio-trash. Dello stereotipo gay ho molto: sono un occasionale ascoltatore di Lady Gaga, faccio le mie scheccate, (quando devo uscire) curo il mio aspetto molto più della ragazza media, impiego una quarantina di minuti a lavare, coccolare, districare e imbalsamare i capelli, incarno perfettamente l’ideale di efebo (e, mio malgrado, del ganimede). Ma ogni volta che mi portano alla Jota e ho i miei contatti col mondo frocio-trash, mi rendo conto di quanto me ne senta distante. In primo luogo perché mi urta da morire che quest’associazione sia automatica. E sì, sono il primo a scherzare allegramente sulle varie Gaga, Beyoncé, M.I.A. e compagnia cantante, ma più con ironia che altro; roba ai limiti della decenza umana come i programmi della De Filippi o della Ventura non riesco a considerarli nemmeno per ridere, è materia subumana e mi sfugge come possano far parte della “cultura gay”.
Ma soprattutto, è l’ideale estetico idolatrato dal mondo frocio-trash che mi sconvolge. Tipico esempio, ieri notte, il video degli auguri di buon Natale con i vari modelli che ballavano in mutande. Ora, sinceramente, passi pure l’abbronzatura, ma davvero il frocio-trash medio trova esteticamente gradevole e/o eccitante un uomo con la moquette sulla testa (non scherzo, il massimo di capelli che ho visto sarà stato un centimetro e mezzo) e un viso dai tratti alla meglio anonimi, ma che vanno volentieri verso il bruttino, purché sotto abbia muscoli tanto pompati che a momenti i pettorali sembrano tette? Sul serio il frocio-trash medio si porterebbe a letto uno di quei cosi che più li osservavo e più la mia bocca si storceva in una smorfia di disgusto? Se la risposta è sì, allora meglio single a vita che finire in uno stereotipo come quello.

Detto questo, mi hanno proposto di fare la drag queen. Anche se non ho ancora smesso di ridere, ammetto che, provando ad immaginarmici, è indubbio che sarei davvero favolosa in quei panni. Ho le gambe lunghe, il corpo snello, i capelli di Raperonzolo, il viso androgino e le labbra da pompino. Magari appena ho smesso di ridere provo a farci un pensierino.

2 comments:

  1. Appena anche io avrò smesso di ridere, correrò in ogni dove per procurarti un phon ogni qualvolta ne avrai bisogno <3

    Se questo non è amore, dimmi tu che cos'è. (ma nel frattempo, carne u_U")

    Fra

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  2. Io ho timore, secondo me tu mi vedi già sul tacco 12! D:

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