Tuesday 3 October 2017

Scuse per riprendere fiato

Da qualche settimana a questa parte, ogni scusa è buona per sgattaiolare fuori di casa in cerca d’aria. E Dio solo sa quanto ho bisogno di riprendere fiato ultimamente.
A volte è il pomeriggio, spesso mentre la Mater è al lavoro: ho perso il conto di quante foto del mare e di tramonti abbia scattato come scusa per scendere velocemente quelle scale, sparire alla vista altrui e rintanarmi nella mia grotticella.
Altre volte è la sera: la scusa è sempre far palestre per la notte, e dietro la più conveniente c’è un altrettanto conveniente vicoletto pedonale scarsamente illuminato dove, sulla via dell’andata o del ritorno, posso sedermi un po’.
Quando sono in compagnia, ci sono quei due, tre angolini al Centro Storico dove, guardingo e col cuore in gola, posso eclissarmi, specie la sera. Altrove, ci sono le scalette nascoste, oppure il baracchino del molo, o altri luoghi meno frequenti.
Il rischio maggiore è nel cuore della notte. Raramente, un’occasione si presenta davvero; altre volte, devo essere circospetto, silenzioso e rapido. Per quello c’è la cabina elettrica con lo stancil dei Blues Brothers, più veloce da raggiungere, dietro la quale posso sparire nelle ombre, riprendere fiato e farmelo bastare fino al pomeriggio dopo.

E la cosa mi sta logorando. Mi sono accorto per la prima volta di cose come la luminosità della luna piena, che getta delle ombre nette quanto il sole a picco. La luce di un peschereccio dritta negli occhi, la telecamera meteorologica, ogni persona incontrata, ogni passo, ogni sguardo, tutto a volte sembra far parte di una gigantesca rete tesa per catturarmi. Ma non riesco a non fare a meno di respirare. Ne ho bisogno perché stare qui mi rende sempre più nervoso ma non ho altri modi per sfogarmi. Ed è un circolo vizioso perché, superato il momento di sollievo, la paranoia finisce per alimentare il mio nervosismo.
La cosa peggiore è che ormai ho creato anche qui un’intera quotidianità di questo. Diversa da quella di Trieste, ma altrettanto seducente e piena di sensi di colpa.
Sono del tutto privo di forza di volontà.

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